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Commemorato a Trieste il 75° Anniversario del sacrificio di Rozo Palić di Janjevo, morto per la fede

  • Luglio 1, 2024

Commemorato a Trieste il 75° Anniversario del sacrificio di Rozo Palić di Janjevo, morto per la fede

Il giovane croato ucciso in odium fidei, Rozo Palic, è stato commemorato lo scorso 15 giugno, in occasione del 75° anniversario del suo assassino avvenuto il 14 giugno 1949 a Tenin (Knin), per mano dell’Udba, la polizia comunista di Tito.

L’incontro bilingue intitolato “Vittima dell’Eucarestia a causa dell’odio comunista”, ideato e organizzato dall’omonimo nipote ed erede spirituale del giovane, padre Rozo (Rosario) Palic, ha avuto luogo nella chiesa parrocchiale di San Marco evangelista, in presenza di numeroso pubblico pervenuto dall’Italia, dalla Slovenia e dalla Croazia.

Ma chi era Palic? Giovane, distinto da una forte vocazione sacerdotale, nacque nel 1926 nella storica enclave croata di Janjevo in Kosovo, paese dove trascorse i primi vent’anni della sua breve vita, fino alla mobilitazione forzata nell’Esercito del Partito Comunista della Jugoslavia di stanza a Tenin (Knin).

Nel corso della prima licenza, dopo 22 mesi di servizio, in seguito alla partecipazione alla Santa Messa domenicale, fu rapito dagli agenti dell’Udba, condotto alla caserma di Tenin, torturato, ucciso, e il suo corpo fu gettato nel fiume Tizio (Krka).

I numerosi tentativi dei genitori e dei parenti di avere notizie sulla sua morte o sul luogo di sepoltura riscontreranno solo minacce ed abile copertura dei crimini da parte degli sgherri comunisti.

La sua storia, come quella dei beati don Francesco Bonifacio, don Miroslav Bulesic e Lojze Grozde, dà voce anche a un milione di vittime senza nome, ancora sepolte nel silenzio e occultate dalla vergogna del negazionismo, del giustificazionismo e del riduzionismo.

Per la prima volta, dopo poco meno di un secolo, è stata presentata al pubblico la documentazione originale dell’Ozna, tutta tradotta anche in lingua italiana, che apre una finestra sulle circostanze e sui metodi della “neutralizzazione ed eliminazione” utilizzate dalla polizia segreta titina per perseguitare la Chiesa e i croati fedeli.

La stessa è stata messa in atto anche contro gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia per eliminarli, costringerli ad esodo o silenziare i rimasti con il terrore delle foibe.

La commemorazione è iniziata con la Santa Messa concelebrata, guidata da don Franc Pohajač, parroco della chiesa di San Bartolomeo apostolo a Trieste, in suffragio di tutte le vittime innocenti del comunismo.

La Santa Messa in ricordo del Martire

A seguire le due conferenze degli ospiti di Zagabria e Kistanje, che hanno illustrato l’operato dell’Ozna e dell’Udba sullo sfondo della cosiddetta  “dittatura del proletariato” comunista jugoslava.

L’Onorevole Josip Jurčević, storico, docente universitario e deputato al Sabor, il Parlamento Croato, ha parlato della repressione e dei crimini comunisti perpetrati durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, della mappatura ed esame delle fosse comuni del periodo bellico e postbellico disseminate in tutta l’ex Jugoslavia (fino ad oggi 1.751 e tuttora in fase d’individuazione) e ha illustrato i modi dell’agire dei servizi segreti militari e civili dell’apparato comunista di Tito, responsabile dei crimini commessi contro circa un milione di vittime, tra le quali anche gli italiani dell’Adriatico orientale, ma anche del FVG e di Trieste.

Non a caso, grazie all’infaticabile opera della Lega Nazionale, il 12 giugno scorso a Trieste è stata ricordata l’uscita delle truppe titine dalla città, dopo i 40 giorni di terrore.

Il prosindaco del Comune di Kistanje, situato in Dalmazia centrale, vicino a Sebenico e Tenin, signor Roko Antić ha illustrato poi le circostanze storiche e sociali della vita dei croati di Janjevo nel corso del ventesimo secolo.

La giornata si è conclusa con la presentazione della monografia “Vittima dell’Eucarestia a causa dell’odio del comunismo. Il soldato Rozo Palić (Janjevo 1926 – Knin 1949)” del nipote padre Rozo (Rosario) Palic, sacerdote della Diocesi di Trieste, parroco di San Marco evangelista e assistente spirituale dei croati residenti a Trieste e nel FVG, e con l’inaugurazione della mostra “Nel fuoco rosso come un pane cotto in dono al mondo”.

Il volume, ricco di particolari sulla travagliata storia del paese e sui suoi personaggi illustri, difensori della lingua e identità nazionale, resistito alla secolare minaccia di estinzione da parte dei turchi, degli albanesi e dei serbi, e l’esauriente mostra documentaria fanno conoscere al pubblico questo singolare personaggio sconosciuto, proveniente dalla piccola enclave croata, ma simbolo dell’umanità universale, del coraggio e dell’estremo sacrificio per gli ideali più grandi quali la Fede, la Famiglia e la Patria.

La mostra dedicata a questo martire della Fede è aperta ai visitatori tutti i giorni con orari 10.30 – 12.30 e 19.30-21.00, fino al 14 luglio, con possibilità di visita guidata previo appuntamento.

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