Articolo pubblicato su Il Giornale d’Italia
La guerra contro la verità dei vandali che distruggono e deturpano monumenti e targhe in ricordo di pagine di storia italiana
L’elenco degli atti vandalici ai danni dei simboli a ricordo della dolorosa vicenda delle foibe e della più complessa questione del confine orientale, è in continuo aggiornamento. Un po’ come i bollettini di guerra. D’altronde quella che manipoli di avversari della verità portano avanti, non è altro che una guerra. Alla verità, appunto. Frutto di un’insofferenza che mostrano rispetto alla storia che riemerge dalla polvere nella quale era stata gettata.
Lanciano, in provincia di Chieti, ne è un esempio. Anni di lavoro sul territorio con le Istituzioni e le scuole per far conoscere e poi ricordare quella dolorosa pagina di storia italiana per troppo tempo nascosta nella soffitta delle omertà, hanno contribuito e contribuiscono al riconoscimento di una verità ed alla crescita della consapevolezza nelle giovani generazioni. E sicuramente hanno turbato gli animi di chi, o non ha la capacità di riflettere, oppure colpevolmente vorrebbe continuare a negare quello che fino a prima aveva contribuito a nascondere.
Ma non si ferma il vento con le mani. E nemmeno l’ennesimo atto vandalico al Monumento ai Martiri delle Foibe che nel 2011 abbiamo, grazie alla collaborazione dell’allora Amministrazione comunale di Lanciano, installato nel centro della città della provincia di Chieti, in Abruzzo, può certamente arrestare quella brezza che ha il profumo della verità. Un vento che spira forte in questo angolo di Italia, e che ha trovato pronte le vele dei Sindaci e dei Dirigenti Scolastici, salvo qualche sporadica quanto penosa eccezione. Che pure abbiamo prontamente condannato, dall’alto del nostro amore per questa Patria nel cui museo dei ricordi dobbiamo metterci anche il sangue. Che non è bello da vedere, ma serve a ricordare che c’è qualcuno prima di noi che lo ha perso; così come nel museo dei ricordi, al ripiano più basso, quello che vedono più facilmente i bambini, dobbiamo metterci l’insofferenza per la verità sulla tragedia delle foibe. Perché tutti, un giorno, possano rendersi conto di quanto male qualcuno ha continuato a procurare al Paese ed ai suoi figli più belli.
Lanciano è un piccolo esempio. Prima una parte dell’installazione, ora un’altra che viene danneggiata. Ma si sistema, sia chiaro. Sia chiaro soprattutto a chi, in questo caso come nelle decine di altri sparsi nello Stivale, crede di cancellare la storia a colpi di spray e calci. Certo, c’è il dolore degli esuli nel vedere come il ricordo di quello che hanno sofferto debba essere anche solo sfiorato da chi evidentemente non si sente figlio di questa Nazione. Ma la verità riconosciuta è la vittoria più grande che i nostri nonni, padri e fratelli abbiano potuto avere. E non gliela toglie nessuno. Perché è facile smontare un monumento, ma è altrettanto facile ricostruirlo. Difficile, anzi impossibile è invece smontare la fortezza della verità. Si mettano l’anima in pace, i vandaletti del quartierino.
Marco di Michele Marisi