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Il cinema, Nazario Sauro e il suo martirio

  • Settembre 18, 2017

Il cinema, Nazario Sauro e il suo martirio

Articolo pubblicato su Il Giornale d’Italia

Abbiamo raccontato su queste pagine la vicenda di questo eroe, ma in altre Nazioni sarebbe stata protagonista di numerose pellicole

La Mostra del Cinema di Venezia è il tempio della cultura italiana. Settantaquattro anni di film, documentari, glamour. I film che vengono presentati a Venezia raccontano il mondo – o una visione del mondo – e spesso riescono a cambiare i costumi, le mode e, addirittura, le abitudini quotidiane.

E allora con grande orgoglio martedì 5 ho partecipato ad una conferenza su “Nazario Sauro e il cinema” organizzata dal CINIT – Cineforum Italiano e dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

La storia, incredibile ed eroica, di Nazario Sauro ed il suo martirio avvenuto a Pola il 10 agosto 1916 l’abbiamo, qui in Di là dall’acqua, già raccontata ed è così incredibile che in altre Nazioni sarebbe stata protagonista di numerosi film.

Invece ne è stato realizzato soltanto uno – “Fratelli d’Italia” di Fausto Saraceni – nel lontano 1952.

Tra l’altro non un film indimenticabile. Ma che comunque commuove.

Sauro viene anche citato addirittura da Totò in un film di cassetta del 1959 – “Arrangiatevi!” di Mauro Bolognini – ma poi l’oblio.

E immaginare oggi un film sul martire capodistriano sembra assurdo anche se siamo, o saremmo, negli anni del centenario della grande guerra. Ma forse è proprio l’idea di realizzare film sull’eroismo in generale che è fuori dalla visione imperante che domina in Italia.

L’intento di questo pezzo però non è né raccontare nello specifico la conferenza, più avanti troverete una relazione sul sito del Comitato 10 febbraio, né lamentarmi della situazione culturale della nostra Nazione – già lo facciamo troppo spesso e purtroppo a ragion veduta -.

L’intento è assolutamente l’inverso.

Il Comitato 10 febbraio è nato più di dieci anni fa in un buio locale romano dall’idea di 5 studenti universitari per raccontare la storia sconosciuta e negata del Confine Orientale. Le foibe, l’esodo ma anche l’irredentismo, la Repubblica di Venezia e tutta quella storia di cultura, amore e appartenenza che hanno legato l’Istria e la Dalmazia all’Italia. Ad un’idea d’Italia.

In questi anni tante cose sono cambiate in meglio e tanto è cambiato nel Comitato.

La volontà di pochissime persone ha creato un’associazione grande, riconosciuta, presente in tutta Italia. Capace di andare, in dieci anni, in centinaia e centinaia di scuole per raccontare a migliaia di studenti una storia che quasi mai trovano sui propri libri di testo.

Capace, con impegno e passione, di “costringere” consigli comunali a intitolare strade, realizzare monumenti, ad organizzare viaggi alla foiba di Basovizza.

Capace di unire davvero tutta Italia in un impegno d’amore sicuramente unico.

E allora che la storia di Nazario Sauro venga raccontata a Venezia è qualcosa di sicuramente importantissimo.

E che in questo momento davvero indimenticabile ci fosse il Comitato 10 febbraio è un riconoscimento al lavoro che tutti insieme stiamo realizzando.

Ormai sembra accettata l’idea che le parole alla fin fine non abbiano peso. Che “assumersi responsabilità” debba riguardare solo gli altri. E che i grandi ideali siano soltanto degli slogan buoni per strappare un applauso.

E invece esiste un mondo che non accetta tutto questo. Esiste un gruppo, sempre crescente, di uomini e donne che hanno professioni, idee, pensieri e, addirittura, accenti diversi che però sono prima di tutto Italiani.

Martedì sul “palco” della Mostra del Cinema abbiamo portato tutta la nostra storia, il nostro impegno e le nostre capacità.

Martedì abbiamo ricevuto l’applauso che il Comitato merita per quello che fa quotidianamente.

Amare l’Italia.

Con il nome e l’esempio dei “nostri grandi sul labbro” e con realizzando quello che davvero solo qualifica il valore di un uomo: le idee che diventano azioni.

Emanuele Merlino

"PANCHINA TRICOLORE"


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