Pubblichiamo questa bellissima poesia scritta dal nostro socio Giorgio Valdes di Sestu (CA)
Il silenzio dei vivi
Sono chini gli sguardi
e le ferite sanguinano
sul prato di margherite
e sugli stivali degli aguzzini.
Pochi istanti ancora
per sperare di morire
con la carezza del sole e del vento
affidando l’ultimo respiro
agli oleandri in fiore.
Ma l’inghiottitoio è vicino,
in esso il buio è denso
come lava d’orrore.
Pietà implorano i vinti
con una pallottola dritta nel cuore.
Ma solo un colpo v’è nella pistola,
al primo della fila è destinato.
Egli sarà il peso arreso e muto
trascinatore del treno d’uomini
verso l’abisso di rocce taglienti.
Prima sono urla laceranti
poi fievoli lamenti
infine il silenzio
saturo di buio e di morte.
Molte stagioni sono passate
dalla marea cieca dell’orrore
ma nei fondi degli inghiottitoi
dimorano ancora anime
aggrappate alle povere spoglie.
Attendono di essere liberate
dalla Verità della Storia
e di risalire dall’oblio
per trovare pace
nel giardino della memoria.
10 Febbraio 2018
Giorgio Valdes