NETTUNO (Roma) – IL COMITATO 10 FEBBRAIO INAUGURA “VIRTUALMENTE” IL PARCO DEDICATO ALLA MEMORIA DEI MARTIRI DELLE FOIBE E DELL’ESODO ISTRIANO-FIUMANO-DALMATA.
Con una simbolica cerimonia patriottica, ieri mattina, domenica 6 dicembre 2020, è stato ufficialmente inaugurato il Parco della Rimembranza e dei Martiri delle foibe a Nettuno (Roma). Hanno aderito all’iniziativa l’Assessore Claudio Dell’Uomo, il Consigliere comunale Genesio D’Angeli, il Paracadutista Bruno Sacchi Comandante del Reparto di Nettunia dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia e gli ex-Consiglieri comunali Roberto Gigli e Rodolfo Turano.
«È con particolare emozione – ha dichiarato il Dott. Pietro Cappellari, cittadino onorario del Libero Comune di Capodistria in Esilio e fiduciario locale del Comitato “10 Febbraio” – che riconsacriamo questo giardino al culto della Patria. Dal 1946 si era persa questa memoria storica. Oggi, con questo atto, compiamo un gesto dall’alto valore spirituale che unisce simbolicamente i 600.000 Caduti per il raggiungimento dei sacri confini d’Italia con i Martiri delle foibe.È solo il primo passo. Questo parco, che prossimamente sarà oggetto di un profondo recupero, sarà negli anni a venire il cuore pulsante della nostra Nettuno, meta dei pellegrinaggi delle scolaresche nelle date sacre alla Patria. Abbiamo mantenuto e potenzieremo la proiezione di parco giochi, perché il sorriso dei bambini possa allietare questo ricordo d’amore verso i Caduti della nostra Nazione.Un luogo di amore patriottico che sia da esempio per tutti i Comuni d’Italia. C’è bisogno di una pacificazione nazionale. In tutte le città dove ancor compaiono vie dedicate a Stalin, Tito e Togliatti, si inaugurino vie ai Martiri delle foibe, a Norma Cossetto, agli Eroi dell’ARMIR. Il caso di Reggio Emilia, dove è stata respinta l’intitolazione di una via alla Medaglia d’Oro Cossetto stuprata ed infoibata dai “partizan” titini, deve far riflettere tutti. Siamo in Italia e Reggio Emilia è e rimarrà la patria di nascita della nostra sacra bandiera tricolore».