“Foiba rossa”: sceneggiatura di Emanuele Merlino e disegni di Beniamino Delvecchio
Pubblicato su Il Giornale d’Italia
Verrà presentato martedì 6 febbraio a Roma il fumetto che la casa editrice Ferrogallico, in collaborazione con il Comitato 10 Febbraio, la Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, ha dedicato a una delle pagine più rappresentative della tragedia delle foibe istriane: “Foiba rossa. Norma Cossetto, storia di un’italiana”.
Due gli appuntamenti in programma: alle 17:30 presso la Sala Regina della Camera dei Deputati e alle 21:30 presso la sede del Comitato 10 Febbraio e della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice in Piazza delle Muse 25 come primo appuntamento nel 2018 della rassegna i Dessert delle Muse.
Norma Cossetto, studentessa di 23 anni, fu torturata, violentata ed infoibata nelle giornate di settembre del 1943 da partigiani nazionalcomunisti “titini”. Sono passati più di 70 anni. Le indescrivibili violenze anti-italiane in Istria, che culminarono in due fiammate tremende fatte di deportazioni, uccisioni sommarie, sevizie, annegamenti, infoibamenti – la prima, nei mesi successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943 e la seconda, con la fine della guerra nel 1945 – costarono la vita ad oltre 10.000 italiani. Questa storia è una storia di frontiera, di confine, di un estremo angolo d’Italia che per anni, per decenni è stata colpevolmente ignorata. Una storia che, oggi, diventa un fumetto. Forse, ci volevano proprio dei disegni per raccontare questa storia senza paura, senza la paura di chiamare con il loro nome gli aguzzini di Norma, gli invasori dell’Istria, gli autori delle disumane, quanto ingiustificate, violenze perpetrate sulla popolazione italiana. La storia è lì. E una storia di frontiera, una storia di confine ed è una storia che parla italiano.
All’interno sono presenti i contributi storico-letterari dei presidenti di FederEsuli, Antonio Ballarin, dell’ANVGD, Renzo Codarin, e del Comitato 10 Febbraio, Michele Pigliucci, nonché dei dirigenti nazionali del C10F Carla Isabella Elena Cace e Lorenzo Salimbeni, con il contributo cartografico di Emanuele Mastrangelo, che i lettori del mensile StoriaInRete apprezzano per la sua chiarezza e precisione.
Il fumetto sarà in tutte le edicole dal 7 febbraio – in allegato con Il Giornale – e dal 10 in tutte le librerie Mondadori e gli store online.
L’autore teatrale ed operatore culturale Emanuele Merlino ha saputo sintetizzare con efficacia la vicenda umana di Norma, giovane vittima di un femminicidio dalle tinte politiche, frutto di un nazionalismo esasperato che agiva occultato dietro la bandiera rossa che i partigiani jugoslavi capeggiati da Josip Broz Tito ostentavano. Da Diabolik a vicende ambientate nel selvaggio West, le chine di Beniamino Delvecchio sono d’altro canto ben note agli appassionati del genere graphic novel ed hanno garantito una qualità assolutamente eccezionale alla pubblicazione.
«Di Norma Cossetto – spiega il presidente ANVGD Codarin – tanto è stato finora detto e scritto, ma spesso in ambiti ristretti e le potenzialità comunicative e suggestionanti di un fumetto non erano ancora state vagliate. Volendo trasmettere alle giovani generazioni la memoria di queste pagine di storia nazionale ed i nomi dei suoi martiri, ecco che immagini nitide, chiare ed essenziali come quelle delle tavole che seguono diventano uno strumento di formazione e conoscenza davvero prezioso. Di fronte allo spazio che riescono a conquistarsi ogni anno in questo periodo giustificazionisti, riduzionisti o addirittura negazionisti delle stragi delle foibe, è importante che vengano adottate nuove modalità comunicative per raggiungere nuovi segmenti di opinione pubblica e soprattutto gli studenti»
Aggiunge il numero uno di FederEsuli, Ballarin, nella sua prefazione: «Il fumetto su Norma Cossetto permette di fare luce su un fatto storico triste, avvenuto in quel contesto di odio che ha dato poi origine all’Esodo dall’Istria e dalla Dalmazia. Quella storia, tuttavia, incardinata nel contesto di un popolo che ha saputo ricostruire una dignità e che oggi riedifica una prospettiva tesa alla pace, alla concordia ed al rispetto della diversità (come quella, appunto, testimoniata dalla gente Giuliano-Dalmata), ha un seguito che si chiama speranza. Speranza in una civiltà che non abbia paura della storia passata, ma che da quella sappia mantener viva la propria identità quale valore con cui affrontare la quotidianità della propria vita»