Il cimitero monumentale di Roma contiene tante vestigia della Prima guerra mondiale
Pubblicato su Il Giornale d’Italia
Il 4 novembre del 1918 l’Italia vinse la Prima Guerra Mondiale. Una guerra dura, terribile, in bilico tra vittoria e sconfitta ma che, nelle trincee, ci fece diventare finalmente una Nazione. Una guerra fatta da uomini e mezzi ma, come ogni volta che si parla di Italia, anche di poesia ed arte. Proprio per questo è giusto ricordare, commemorare, celebrare la nostra Vittoria.
A Roma ci sono molti luoghi che ricordano il conflitto ma il più significativo è proprio il Cimitero Monumentale del Verano: là sono sepolti migliaia di uomini, famosi o meno, che hanno donato la propria vita all’Italia.
Non solo.
Molte di queste tombe sono anche straordinarie opere d’arte. Monumenti. Splendidi ricordi di alti ideali e di amor di patria. Marmo, frasi incise, fotografie.
Dalla tomba di Enrico Toti, l’eroe su una gamba sola che prima di morire scagliò la sua stampella contro gli austriaci, alla “scogliera del monte” dove riposano stretti nella morte, così come in vita, decine di fratelli caduti sui mille fronti della nostra guerra.
E poi frasi di dolore e coraggio.
“Per dare alla Patria i confini che le divine leggi della natura e i versi divinatori di Dante le assegnarono”.
Migliaia di nomi. Migliaia di versi. Mille ideali diversi uniti dall’amor di Patria.
“Indietreggiò il nemico
Fino a Trieste, fino a Trento,
e la Vittoria sciolse le ali del vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti…”.
Raccontare queste storie, raccontare la paura che si fa coraggio, il dolore terribile dei feriti e dei familiari dei morti e anche e soprattutto l’Italia.
“Vi viene in aiuto la Patria che è il plurale di Padre”.
Forse oggi sembra strano pensare che ci sia stato un tempo in cui essere volontari o morire guardando sventolare la propria bandiera fosse molto più che un dovere. Eppure camminando per il Verano tutto sembra davvero più semplice e giusto.
“È bello, è divino per l’uomo onorato
morir per la patria, morir da soldato
col ferro nel pugno, coll’ira nel cuor.
Tal morte pel forte non è già sventura:
sventura è la vita dovuta a paura,
dovuta all’eterno de’ figli rossor…”
Sabato 4 novembre alle ore 15:00 come Comitato 10 febbraio – perché la guerra fu per Trieste – e Radici nel Mondo visiteremo proprio il Cimitero Monumentale del Verano.
A guidare la visita sarà Emanuele Merlino, Vice Presidente Nazionale del Comitato 10 febbraio e autore di uno spettacolo sulla Grande Guerra patrocinato dal Consiglio dei Ministri.
“Un viaggio in un’Italia diversa che commuove ancor oggi. Perché la guerra che vi racconterò e vedremo sarà quella dei grandi personaggi – spiega – ma anche, e soprattutto, quella di persone semplici come noi che si sono scoperti eroi. Per amor d’Italia”.
Per info e prenotazioni: info@radicinelmondo.it