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In viaggio per trovare Ricordo e Memoria

  • Gennaio 23, 2017

In viaggio per trovare Ricordo e Memoria

Articolo pubblicato su Il Giornale d’Italia 

L’iniziativa della provincia di Lecce dedicata ai giovani

Le politiche giovanili sono spesso relegate in ultimo piano, nonostante siano il tema principale, insieme al lavoro, di ogni programma e spot elettorale. Prova ne è che tale delega viene sovente assegnata in via residuale agli eletti con meno potere politico. Sembra trattarsi, insomma, di un’eterna promessa, soprattutto al Sud, dove i giovani sono costretti a scappar via, schiacciati da un tasso di disoccupazione record in Europa.

Eppure ci sono storie di impegno sociale e volontà politica che lasciano un segno indelebile nella vita delle persone, a livello culturale e sociale. Come quando, nel 2011, un ragazzo di 23 anni propone ad un Assessore Provinciale di realizzare un viaggio per far conoscere pezzi di storia Patria taciuti, fondamentali per soddisfare un’esigenza culturale e per stimolare un sentimento d’amore verso la propria Terra.

L’argomento dell’iniziativa sono gli orrori perpetrati dai regimi totalitari del Novecento, con particolare riferimento all’esodo giuliano-dalmata e alle Foibe. Vicende che ancora oggi incontrano resistenze nel riconoscimento e nella ricostruzione dei fatti da parte di negazionisti, riduzionisti e giustificazionisti.

Nasce così, con il sostegno degli allora assessore alle Politiche Giovanili Bruno Ciccarese e al presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, il progetto “La Memoria e il Ricordo”, un viaggio tra luoghi come Basovizza, San Saba, Redipuglia, il Centro Raccolta Profughi di Padriciano e i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau in Polonia.

L’iniziativa, di per sé, non avrebbe nulla di straordinario se non vivessimo in una società attenta verso qualsiasi angolo del mondo purché non sia casa nostra ed in cui, soprattutto, si viene accusati di apologia di fascismo per ogni impegno che sia per la propria Patria.

Esiste poi un’ulteriore aggravante, quella a carico di una certa classe politica che ha inteso ad arte creare una contrapposizione storica fra Shoah e Foibe. Come se ci fosse differenza fra vittime di violenza. Come se esistesse su questa Terra una differenza tra sciagure che vanno commemorate e altre che non hanno tale diritto. L’intento di scardinare questa mentalità con “La Memoria e il Ricordo” ha incontrato sin da subito impedimenti da parte di pseudo movimenti culturali (quasi tutti rigorosamente con oggetto sociale improntato sul principio di democrazia e rispetto delle idee altrui) e amministratori poco illuminati e più attenti a coltivare sacche di voti piuttosto che donare un’opportunità di crescita culturale ai propri concittadini.

Il progetto però è andato avanti e già più di settecento giovani – altri lo faranno a marzo con la nuova edizione del viaggio – con il sostegno economico di Provincia e Comuni aderenti e grazie principalmente allo sforzo di volontari, hanno conosciuto luoghi che non avrebbero probabilmente mai visitato ed hanno potuto toccare con mano vicende colpevolmente celate che racchiudono l’essenza, nel bene e nel male, di una nazione.

Negli anni, le collaborazioni con il Comitato 10 Febbraio (in particolare con Emanuele Merlino autentico collante e propulsore culturale) e con Federesuli (nelle persone del Presidente Antonio Ballarin e dell’instancabile Alessandro Altin) hanno poi permesso di arricchire ed impreziosire l’esperienza grazie a testimonianze dirette e visite in luoghi ancora non facilmente accessibili e conosciuti al grande pubblico.

In una società in cui la velocità e la superficialità scandiscono i tempi dell’esistenza, testimonianze come questa hanno l’intento di stimolare da un lato i giovani ad essere curiosi ed a costruire una propria coscienza, con valori concreti e basati sulla conoscenza e dall’altro lato la classe politica ad avere più visione e coraggio nell’affermare le proprie idee basandole sulla creazione di opportunità per i cittadini, indipendentemente dalle fazioni politiche, ammesso che ancora esistano. Perché fare cultura, andare oltre gli schemi, si può. Anche se Leuca e Trieste sembrano davvero tanto lontane. Basta l’impegno, il coraggio per provare e la volontà di non arrendersi.

Alberto Antonio Capraro