Pubblichiamo un contributo del Presidente Nazionale Silvano Olmi a commento del film TV “La Rosa dell’Istria” trasmesso dalla RAI.
Lento, noioso, a tratti caricaturale. Queste le sensazioni che ho provato vedendo in TV il film “La Rosa dell’Istria”. A mio parere un’occasione sprecata e anche male.
Si poteva e doveva fare di più. Un film imbarazzante a tratti, con dialoghi sballati, personaggi senza rilievo, in pratica un brutto film.
Per farlo brutto ci si sono impegnati tanto.
Eppure per fare un film onesto e vedibile i presupposti c’erano tutti.
La Rosa dell’Istria è liberamente tratto dal romanzo autobiografico di Graziella Fiorentin, “Chi ha paura dell’uomo nero”.
Io ho avuto la fortuna di leggere il volume e non c’è nulla di attinente tra la storia scritta e il film, trasformato in una vicenda sentimentale con scene di nudo gratuito e una delle protagoniste semplicemente appassionata dalla pittura.
La Fiorentin sarà balzata sulla sedia a vedere questa pessima realizzazione ispirata (poco) al suo libro. Se fossi la signora Fiorentin farei causa e andrei per vie legali.
Il giornalista e critico televisivo Maurizio Caverzan, sulle pagine del quotidiano “La Verità” ha sottolineato come le foibe rimangano “solo sullo sfondo”.
Anche Maximiliano Hernando Bruno ha dovuto mettere i punti sulle “i”, scrivendo la sua versione dei fatti su Facebook. Anche se nel finale si dice contento dei complimenti che avrebbe ricevuto…