Pubblichiamo l’intervento del Presidente Nazionale Silvano Olmi, a chiusura del convegno tenuto il 17 marzo a Gardone Riviera. Ringraziamo il socio Giuseppe Beltotto per le fotografie.
Occorre ricollegare, in un ideale filo rosso, quanto detto dagli illustri relatori.
Marco Cimmino ha parlato del Patto di Londra, ha rilevato la frattura che si viene a creare tra l’rredentismo slavo e quello italiani quando sono rese note, durante il conflitto, le richieste dell’Italia sul litorale e di annettere Istria e Dalmazia. Ha ricordato il censimento del 1910, l’attentato di Sarajevo e la crisi di luglio 1914 e la non entrata in guerra dell’Italia; il valore del Risorgimento e la 1^ guerra mondiale come 4^ guerra d’indipendenza. Cimmino ha ricordato come il Mar Adriatico fosse considerato come un “lago” italiano, si è soffermato sul patto segreto di Londra e la sua legittimità e la necessità per l’Intesa che l’Italia entrasse in guerra.
Marino Michic è partito dall’8 settembre 1943, con l’armistizio che in realtà è stato una resa incondizionata, fino a giungere ai Reparti jugoslavi appositamente addestrati per le eliminazioni degli oppositori, veri o presunti. Ha ricordato il sacrificio degli infoibati, citando Norma Cossetto e Don Bonifacio, e la prima e la seconda fase degli infoibamenti. Quante sono le vittime delle foibe? Si è domandato Michic, ricordando il progetto di riesumazione di alcune vittime con la Croazia e il trasporto dei resti del Senatore Gigante al Vittoriale.
Davide Rossi ha ricordato il trattato di pace del 10 febbraio 1947 e come l’Italia si sia seduta al tavolo della pace dalla parte delle Nazioni sconfitte, poiché la seconda guerra mondiale l’abbiamo perduta. Ha ricordato che nell’assemblea costituente non ci sono rappresentanti delle popolazioni del confine orientale e ha rievocato le vicende e il clima che portarono alla firma del Trattato di Osimo, sottoscritto dal Ministro del Commercio Estero. Rossi non ha omesso di citare le influenze straniere sulla vita e la politica italiana e la decorazione concessa al dittatore comunista Tito.
Purtroppo c’è qualcuno che non vuole il Ricordo. Infatti, in prossimità del 10 Febbraio mi trovo a fare l’ennesimo elenco degli atti vandalici. Sono gesti ignobili che spesso non escono dalle cronache locali. Quasi fossero fastidiosi incidenti di percorso. Fatti gravissimi ridotti a bravate, a ragazzate, a episodi degni appena di un trafiletto in cronaca. Lo dico con rammarico, da giornalista.
Atti di vandalismo che accadono da anni, tanto che il Comitato 10 Febbraio ha attivato un Osservatorio su un fenomeno che ogni anno si fa sempre più preoccupante.
Quest’anno abbiamo registrato numerosi danneggiamenti:
- A pochi giorni dal 10 febbraio, le pietre della Foiba di Basovizza si sono tinte di rosso. Scritte provocatorie come “Trst je naš” (Trieste è nostra) e “Smrt fašizmu, svoboda narodom” (Morte al fascismo, libertà ai popoli) hanno deturpato un luogo che dovrebbe essere sacro; Fortunatamente il gesto scellerato ha avuto uan eco molto vasta e quasi tutto il mondo politico ha condannato fermamente questo gesto che si accompagna con l’ignobile scritta dedicata a Tito e che deturpa una montagna davanti alla città di Gorizia…
- A Torino, nella notte tra l’8 e il 9 febbraio, ignoti hanno imbrattato il marciapiede accanto alla targa dedicata ai martiri delle foibe. A Settimo Torinese, la targa di “Via Vittime delle Foibe” è stata sfregiata con scritte inneggianti a Tito. A rendere l’episodio ancora più grave, il Comune ha negato il patrocinio alla commemorazione organizzata dal C10F.
- A La Spezia, in un paese vicino, Terrarossa, ignoti hanno fatto esplodere una bomba carta nei Giardini 10 Febbraio, luogo simbolico dedicato al ricordo delle vittime. A Sarzana, un gruppo di giovani appartenenti all’OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa) una formazione di estremisti di sinistra, ha inscenato un blitz negazionista davanti a una scuola, diffondendo volantini con interpretazioni giustificazioniste delle foibe. Genova ha vissuto un altro anno di atti vandalici contro la memoria delle foibe. La targa dedicata a Norma Cossetto, divelta a ottobre, non è mai stata ripristinata. Inoltre, Targhe di Passo Vittime delle Foibe sono state imbrattate a dicembre, senza che si sia provveduto a ripristinarle. Durante la commemorazione ufficiale del Comitato 10 febbraio alla quale ho ritenuto di dover partecipare (e faccio il mio plauso ai partecipanti per la correttezza e la disciplina che hanno dimostrato), nessun sinistro contestatore è apparso, ma la città è stata paralizzata da un ingente dispiegamento di forze dell’ordine, creando disagi alla viabilità.
- Nel cuore delle Marche, nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, ignoti hanno imbrattato gli striscioni affissi dall’Associazione Giarabub per il Giorno del Ricordo. La scritta “Onore ai Martiri delle Foibe” è stata coperta con vernice rossa, simboli della falce e martello e la vergognosa frase “Onore alle Foibe”.
- Come ogni anno, a Trento la tensione è stata palpabile. Bombe carta, cori oltraggiosi e un gruppo di contestatori si è avvicinato fino a 60-70 metri dalla targa dedicata ai Martiri delle Foibe, in occasione di una manifestazione organizzata dal C10F. Una targa che, per evitare l’ennesimo vandalismo o furto, è stata rimossa preventivamente prima della commemorazione.
- La rete antifascista di Pavia ha organizzato una conferenza all’interno dell’Università, contribuendo a creare un clima di tensione e obbligando le forze dell’ordine a presidiare la cerimonia con un dispiegamento ingiustificato, controllando tutti i partecipanti e creando un clima ostile in vista della manifestazione del C10F.
- A Reggio Calabria, nella notte del 2 febbraio, ignoti hanno distrutto la targa in plexiglas che da circa venti anni ricordava Norma Cossetto, studentessa istriana uccisa nell’ottobre del 1943 dai partigiani jugoslavi. L’anno precedente, la stessa targa era stata imbrattata con vernice rossa.
- Nel capoluogo sardo, la targa in memoria delle vittime delle foibe è stata vandalizzata con scritte ingiuriose. Contestualmente, scritte offensive sono apparse sul muro di fronte al Parco delle Rimembranze. In un raro segno di attenzione, il Comune è intervenuto per rimuovere le scritte in tempi rapidi.
Consentitemi, nella parte finale di questo mio intervento, di togliere un sassolino dalle scarpe
A chi ha usato l’irrisione verso i Martiri delle foibe e contro gli Esuli voglio dire alcune cose. Avete scritto frasi oscene davanti alla foiba di Basovizza, avete urlato slogan terribili durante le vostre provocatorie manifestazioni, avete scritto idiozie sui social da vere “pecore da tastiera” quali siete.
Ebbene, noi non scenderemo mai al vostro livello. Noi non scenderemo mai così in basso. Perché voi che offendete e oltraggiate 20mila italiani uccisi in modo feroce non avete neanche la dignità del nemico, voi non siete i migliori e neanche i peggiori, voi galleggiate nel limbo del nulla, voi ritenete di dover riempire la vostra vuota esistenza con l’odio, e noi non vi seguiremo su questa strada.
Siete voi i veri nostalgici, siete voi che guardate ancora al passato, siete voi che sognate il ritorno al clima di perpetua guerra civile e che non sapete cosa altro fare per giustificare la vostra misera esistenza.
Voi non siete quelli che restano umani, ma quelli che si fermano un gradino sotto la civiltà, la civiltà che impone una cosa importante: il rispetto per i morti. Non avrete da noi la risposta che vi aspettate e che pretendete. Vi lasciamo ai vostri incubi.
Noi del Comitato 10 Febbraio preferiamo vivere e respirare aria pulita, l’aria della libertà e della verità.
Grazie a tutti per l’attenzione e la partecipazione.