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Il discorso introduttivo del presidente olmi al Convegno di Gardone Riviera

  • Marzo 21, 2025

Il discorso introduttivo del presidente olmi al Convegno di Gardone Riviera

Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io son come loro, in perpetuo volo. La vita la sfioro com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo. E come forse anch’essi amo la quiete, la gran quiete marina, ma il mio destino è vivere balenando in burrasca.

Ho voluto iniziare questo mio intervento introduttivo all’odierno convegno, declamando una poesia di un grande concittadino, il tarquiniese Vincenzo Cardarelli, poiché questi versi rendono bene l’idea di quello che è stato, è e sarà il Comitato 10 Febbraio che ho l’onore di presiedere.

Siamo come i gabbiani, in perpetuo volo, cerchiamo la quiete ma il nostro destino è quello di essere sempre in prima linea, di balenare come i fulmini durante la tempesta. Per vigilare, rispondere, ricordare. Perché questa è la consegna che ci è stata trasmessa da chi è venuto prima di noi e che siamo pronti a donare a chi verrà dopo di noi.

Perché la Patria è immortale, i Valori che noi cerchiamo di incarnare sono eterni. E questa riaffermazione di Valori passa anche attraverso il Ricordo dei Martiri delle foibe, di Norma Cossetto e degli Esuli dal confine orientale. In questo tempo, dove la cittadinanza viene pretesa, svilita e spesso regalata, gli Esuli sono italiani due volte: per nascita e per scelta. E davanti a questo esempio di patriottismo e amore per la nostra Nazione non possiamo fare altro che inchinarci.

L’odierno convegno si inserisce in questo solco. Non si tratta di un Ricordo fine a sé stesso, non si tratta di nostalgia o di voglia di rivalsa. Noi, come dice spesso il nostro socio onorario Roberto Menia, “non custodiamo le ceneri ma alimentiamo il fuoco”. È la fiamma della Patria quella che teniamo viva, è la fiamma che alberga in tutti i nostri cuori.

Per capire dove stiamo andando, dobbiamo sapere da dove veniamo.

Ce lo spiega bene Marcello Veneziani, in un suo scritto pubblicato sul quotidiano “La Verità” mercoledì scorso.

“Il primo atto per ridestare la nostra coscienza è dunque quello di riammettere nei nostri orizzonti il passato e il futuro, in un’epoca che sembra averli smarriti o rimossi, risolvendosi tutta nel presente, nella vita momentanea. La nostra vita, sostengo da tempo, poggia su cinque dimensioni costitutive della nostra mente: il passato, il presente, il futuro, il favoloso e l’eterno. Noi non siamo solo quel che stiamo vivendo in questo momento, ma siamo il frutto, la memoria, il ricordo di ciò che fummo e di ciò che precedette la nostra vita: siamo l’attesa, la speranza, il progetto che ci “proiettano” appunto nell’avvenire e nelle generazioni future; ma nutriamo anche la necessità di raccontare il mondo, la vita e la storia attraverso il mito, la favola, la trasfigurazione artistica e creativa; e infine, benchè mortali, siamo ispirati e sorretti dal senso dell’eterno, di ciò che non tramonta mentre noi tramontiamo. Sono queste le cinque condizioni dell’animo umano e non possiamo fare a meno di nessuna di esse.”

In questi due giorni a Gardone Riviera abbiamo organizzato tre appuntamenti.

Il primo ieri mattina. Coordinata dal dirigente nazionale Massimiliano Spagnol e organizzata dal Gruppo “QUIS CONTRA NOS?” si è tenuta a Palazzo Wimmer una Conferenza storica dal titolo “Gabriele D’Annunzio e Riccardo Frassetto, Primo Giurato di Ronchi. Dall’Impresa di Fiume al Vittoriale degli Italiani”.

Dopo siamo andati in delegazione a rendere omaggio al Vate e ai Giurati di Ronchi che riposano per l’eternità qui, al Vittoriale degli Italiani. È stata una cerimonia semplice e commovente, con stile sobrio, quasi militare. Un omaggio doveroso a chi ha scritto una delle pagine più belle della Storia d’Italia, l’impresa di Fiume, il cui centesimo anniversario del ritorno all’Italia cadeva l’anno scorso e che nessuno ha ricordato.

Ieri pomeriggio abbiamo tenuto qui al Vittoriale l’assemblea nazionale degli iscritti, e ringrazio il Presidente della Fondazione Guerri per la squisita ospitalità. Lo slogan dell’assemblea è “Più Alto, Più Oltre”.

Non potevamo scegliere motto migliore, contenuto in un discorso d’incitazione per gli aviatori scritto dal Vate il 24 maggio del 1917. L’esortazione è piuttosto chiara: compiere grandi e difficili imprese. E questo noi vogliamo fare, perché le cose piccole e semplici le lasciamo agli altri.

Una riunione quella che si è svolta ieri pomeriggio ricca di spunti, di riflessioni, di proposte e prospettive future. La conferma che Comitato gode ottima salute e gli iscritti sono motivati. Ripeto spesso che il C10F è un comitato povero, non un povero comitato, che fa di questa povertà “francescana” uno dei suoi punti di forza, traendo linfa vitale quasi esclusivamente dalle quote versate dagli iscritti di tutta Italia.

Non abbiamo padrini, non cerchiamo padroni. Rispondiamo solo alla nostra coscienza.

Siamo convinti, come Ezra Pound, il più grande scrittore americano del ‘900, che “le idee sono vere solo quando si trasformano in azioni”.

Il dibattito assembleare è stata l’occasione per parlare delle iniziative avviate dal C10F: le “Panchine del Ricordo” e ringrazio gli amministratori comunali che sono presenti in sala e che hanno condiviso con noi questa bellissima iniziativa; Una Rosa per Norma Cossetto, l’omaggio alla giovane Martire istriana, Medaglia d’Oro al Merito Civile, ideato a Viterbo da Maurizio Federici e che nel 2024 ha coinvolto 390 città italiane ed estere; le mostre di Roma e Verbania, le tante iniziative in tutta la Nazione.

Sempre nel solco dei Valori che ci guidano, si inserisce l’odierno convegno che andiamo a iniziare che ha per titolo “1915-1945-1975: tre anniversari del Novecento e le tragedie del confine orientale”

Sono particolarmente orgoglioso dei tre relatori ai quali farò da “spalla”.

Dopo il successo del convegno di Jesolo il 17 marzo del 2024, che ha visto la partecipazione tra gli altri del professore e filosofo Stefano Zecchi, era difficile raggiungere un livello altrettanto alto.

Eppure ci siamo riusciti, invitando tre persone di grandissimo profilo, tre amici che hanno risposto senza esitazioni all’appello.

Il Prof. Marco Cimmino, scrittore e studioso della Prima Guerra Mondiale; il suo intervento sarà incentrato su“Il Trattato di Londra e le motivazioni dell’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale”.

Storico militare, specializzato nello studio della Grande Guerra. È membro della Società Italiana di Storia Militare, della Società del Museo della Guerra di Rovereto, è socio accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna e fa parte del comitato scientifico del festival internazionale “èStoria” di Gorizia, dell’associazione “Carzano 1917”, del progetto CNR “Tapum”, e di “Storia Verità”.

Ha scritto i saggi “La conquista dell’Adamello”, “Abbiamo vinto l’Austria-Ungheria”, “La conquista del Sabotino” (finalista al premio Acqui Storia 2013) e “Fanteria all’attacco a Caporetto”, “Da Yalta all’Undici settembre”, “La battaglia dei ghiacciai, una storia della Guerra Bianca” e “Breve storia della prima guerra mondiale”.

Il secondo relatore è il Dottor Marino Micich, storico, saggista, direttore dell’Archivio Museo storico di Fiume e della Società di studi fiumani; che parlerà de“Le vittime delle foibe giuliane. Una storia a lungo rimossa”;

Ho avuto il piacere di accompagnarlo recentemente alla presentazione del suo libro “Togliatti, Tito e la Venezia Giulia 1943-1954. La guerra, le foibe, l’esodo” Mursia editore 2025 tenutasi a L’Aquila in un convegno organizzato dal validissimo Responsabile Regionale dell’Abruzzo, Fabio Pace. Un libro quello di Micich da leggere e far leggere.

Storico, saggista, di origini dalmate.  Direttore dell’Archivio Museo storico di Fiume e della Società di studi fiumani. Docente di Master universitario sulla questione orientale italiana. Membro della Commissione governativa per le onorificenze ai congiunti degli infoibati. Ha pubblicato numerosi saggi sulla questione Adriatica: “Foibe, Esodo, Memoria. Il lungo dramma delle terre adriatiche orientali” ed. Aracne 2024; “Perche’ il Giorno del Ricordo” Stelli e Micich, Aracne edizioni 2024; “Togliatti, Tito e la Venezia Giulia 1943-1954. La guerra, le foibe, l’esodo” Mursia editore 2025. Ha ricevuto diversi premi: il premio Inars Ciociaria per la saggistica 2005; Premio “L. Tanzella” 2015; Premio Fiuggi Storia 2023 e Premio “Eccellenze europee” 2025 per il dialogo culturale con le terre fiumane.

Infine, ma solo in ordine cronologico, il terzo relatore, il Professore e Avvocato Davide Rossi, vice presidente della FederEsuli, che tratterà l’argomento “Parigi, Londra, Osimo: il triste epilogo di una storia già scritta”.

Professore dell’Università di Trieste, Dipartimento di Scienze Giuridiche del Linguaggio, dell’interpretazione e della Traduzione. Avvocato. Fa parte di numerosi sodalizi storici. In ambito universitario, tra l’altro, ha partecipato al progetto sulla “Toponomastica in Istria, Fiume e Dalmazia: profili linguistici, storici, cartografici e giuridici”. Nipote di Esuli istriani, membro dell’esecutivo nazionale all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e del direttivo di Coordinamento Adriatico, è vice presidente nazionale di Federesuli. È stato relatore in numerosi convegni anche internazionali. Sua una delle relazioni al convegno organizzato dal C10F a Jesolo, il 17 marzo 2024, in occasione del ventennale dell’approvazione della legge 92/2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo.

Infine, il mio intervento, che trarrà le conclusioni del convegno aggiungendo alcune considerazioni riassuntive finali dal titolo “Il Ricordo che non tramonta: tre anniversari per non dimenticare”.

Grazie a tutti per la presenza.